giovedì 23 ottobre 2008

Ottavo fuori tema

Ecco cosa prevedeva il programma del pdl per le scuole

2. Scuola, università, ricerca e cultura
- Ripresa nella scuola, per gli alunni e per gli insegnanti, delle “3 i”:
inglese, impresa, informatica;
- difesa del nostro patrimonio linguistico, delle nostre tradizioni
e delle nostre culture anche per favorire l’integrazione degli stranieri;
- attuazione per la prima volta in Italia del disposto dell’articolo 34
della Costituzione: “I capaci e meritevoli anche se privi di mezzi,
hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”;
- commisurazione degli aumenti retributivi a criteri meritocratici
con riconoscimenti agli insegnanti più preparati e più impegnati;
- libera, graduale e progressiva trasformazione delle Università
in Fondazioni associative, aperte ai contributi dei territori, della società
civile e delle imprese, garantendo a tutti il diritto allo studio;
- rafforzamento della competizione tra atenei, premiando qualità
e risultati;
- realizzazione dei “Fondi dei fondi” per finanziare gli investimenti
in ricerca sul modello di quanto realizzato in Francia;
- inserimento graduale e progressivo della detassazione degli utili
reinvestiti in ricerca ed innovazione tecnologica;
- legge quadro per lo spettacolo dal vivo (teatro, musica, danza)
e per promuovere la creatività italiana in tutti i campi dello spettacolo,
dell’arte e della multimedialità;
- promozione delle “cittadelle della cultura e della ricerca”,
con il concorso del pubblico e dei privati, per lo studio delle eccellenze
italiane e lo sviluppo di piani e strategie per la valorizzazione
delle produzioni tradizionali.



Ecco invece con la legge 133/2008 cosa si vuole fare:

-Ridurre i fondi alle università di 500 milioni di euro nei prossimi tre anni, ma la cifra sale ad 1 miliardo 441 milioni e 500 mila euro se si considerano i prossimi 5 anni fino al 2013 (art.66 comma 13)
-Aumentare il peso dei privati nella gestione e amministrazione degli atenei e anche nella formazione universitaria.
-Limitare il turnover al 10% per il 2009, al 20% per il 2010/2011, e 50% per quello 2012/2013 (art. 66 commi 3, 7 e 9) dei pensionamenti, questo vuol dire che i giovani ricercatori non avranno carriera (quindi oltre a dover fuggire all’estero per mancanza di lavoro, “fuga dei cervelli”, ora dovranno fuggire all’estero molto prima…).
Riduzione del personale, che non significa solo meno spesa, ma anche meno servizi per tutti (che già in alcuni casi non sono di livello alto quindi figuriamoci…)
-La possibilità per tutti gli Atenei, che siano “in rosso” o no, di trasformarsi in fondazioni, ciò significa PIU’ TASSE PER TUTTI perché un privato non è tenuto a rispettare il tetto del 20% sul Fondo Finanziario Ordinario dell’università.
-le fondazioni private diventano proprietarie di tutto ciò che prima era dell'Ateneo, COMPRESI GLI IMMOBILI, senza alcun onere (articolo 16, comma 2);
- lo statuto di ogni singola fondazione può prevedere l'ingresso di soggetti privati nel CdA (art 16, comma 6);
- lo stesso statuto sancisce, senza alcun quadro normativo nazionale, le regole da applicare in campo:
-finanziario&contabile = tasse (art 16, commi 6 e 7),
-gestionale&organizzativo&amminis trativo = possibile chiusura corsi e facoltà "non redditizi" o "scomodi" (art 16, commi 6 e 7)

se poi parliamo del maestro unico alle elementari che ci porta indietro di venti anni possiamo capire come, senza fare polemica politica, questo governo stia penalizzando l’istruzione e la ricerca.

Giudicate voi, io non ne ho il tempo, visto che sono troppo impegnato a vergognarmi

Hube

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